Lavorare con free software aiuta gli alunni ragionare

Una scuola nella quale l’introduzione e la pratica delle nuove tecnologie renda trasparenti i muri delle aule, perché riduce fino all’inverosimile il villaggio globale e lo dilata nella percezione di poterne conoscere tutte le implicazioni. La libera circolazione delle idee e della conoscenza, veicolate nella notte dei tempi dagli aedi girovaghi e dai menestrelli errabondi, oggi è disponibile a tutti nella rete mediante la padronanza d’uso delle nuove tecnologie. In tal modo gli alunni tornano a frequentare i laboratori, luoghi di interazione e di sperimentazione per eccellenza, e i docenti possono progettare percorsi avanzati di conoscenza e confidare nella partecipazione consapevole e motivata di bambini e ragazzi. Il mondo sta cambiando profondamente: proporsi di costruire formazione e cultura senza l’uso dell’informatica sarebbe per la scuola quantomeno anacronistico. Per fortuna così non avviene, dal momento che tutte le Istituzioni Scolastiche si sono tenute al passo con i tempi e con l’innovazione. All’interno di questo processo va avanzando, e con determinazione, il ruolo dell’open source, ulteriore esempio di libertà della conoscenza. Già molte scuole ed Università dimostrano attenzione ed interesse per questo fenomeno ed intendono avvalersi del software libero per insegnare le T.I.C.; per motivi che vanno dal risparmio delle risorse finanziarie impiegate nell’acquisto delle licenze di software proprietario alla possibilità di utilizzare un sistema poco minacciato dai virus e che può funzionare egregiamente anche se installato su macchine non di ultimissima generazione, fino alla disponibilità di ambienti che permettano agli studenti di acquisire una maggiore consapevolezza del funzionamento dei sistemi operativi e di avere accesso al codice sorgente, per apportarvi tutte le modifiche necessarie ed eventuali personalizzazioni al software.

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